Analisi biomeccanica della corsa e della pedalata in bicicletta

Uno dei primi utilizzatori del sistema OptoJump (e successivamente OptoGait) è stato sicuramente Jon Irriberri, un biomeccanico originario dei Paesi Baschi che gira il mondo facendo della formazione sull’Analisi Biomeccanica della corsa e della pedalata in bicicletta.

Approfittando di un suo tour nel nostro Paese (e di tutti i voli low cost per Madrid che ci sono…) lo abbiamo invitato per un workshop di una giornata per spiegarci il suo “metodo” e come approccia la didattica e le valutazioni funzionali dei vari sportivi –professionisti e non- che si affidano a lui per migliorare le proprie prestazioni.

Entrambe le analisi (corsa e ciclismo) partono da un valutazione anatomica/funzionale, dalla determinazione di eventuali “limiti” fisiologici e dallo studio di parametri relativi all’equilibrio; quello che è importante sottolineare è che lo screening individuale è fondamentale, infatti pur esistendo valori normativi di riferimento, la specificità di ogni individuo non consente di avere ricette che vanno bene a tutti.

Il suo protocollo prevede la valutazione del ROM (Range of Motions) della dorsi flessione della caviglia, un test sull’escursione dell’osso navicolare (discesa dell’arco plantare con e senza carico), la flessione plantare,  il Windlass test per lo scarico dell’alluce, il varo anatomico del piede (alcune scarpe da bici, come Specialized incorporano già un plantare per fornire un varo di 5° a tutti), uno shore test sulla durezza della pelle con un durometro e un test di resistenza alla dorsi flessione.

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L’analisi cinematica della corsa su Treadmill viene (ovviamente!) eseguita con OptoGait/OptoJump che forniscono in tempo reale tutti i dati necessari per la valutazione dell’atleta che viene fatto correre per qualche minuto alla velocità che lui ritiene essere consona. Mediante i dati oggettivi e le immagini provenienti dalle 2 webcam (laterale e frontale) si evincono un sacco di informazioni che in pochi minuti riescono a dare un quadro se il soggetto sta sfruttando bene tutto il suo potenziale. Lavorando soprattutto sulla frequenza della falcata e sull’escursione del piede rispetto al baricentro (il rapporto lunghezza del passo/altezza soggetto che non deve mai essere >0,7 e prudenzialmente potrebbe stare sui 0,5/0,6) si riesce facilmente ad aumentare l’efficienza della corsa con poca fatica di adattamento.

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Altrettanto interessante è stata l’analisi della posizione in sella mentre il soggetto pedala su rulli che forniscono i valori del momento torcente (torque) sul crankset. I valori di angoli e misure antropometriche (e anche del telaio della bici) vengono misurati con una app per iPad  veramente pratica e funzionale (forse l’unica cosa dopo anni –da utente Android- che invidio all’emisfero Apple). Successivamente si vanno ad analizzare i dati provenienti dai rulli cercando di correggere asimmetrie, direzione della forza, modo di spinta, ecc. (quante verità e dogmi che cadono –come quello della pedalata rotonda- quando si hanno a disposizione dati oggettivi e ricerche scientifiche a corollario).

 

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Insomma una giornata molto interessante e istruttiva. Se avete bisogno della consulenza di un professionista (Jon parla benissimo italiano) non esitate a contattarlo tramite la sua società Custom4.us