Quando alcuni mesi fa l’amico (e prossimo Maestro ufficiale AMIBike) Rob durante un giro mi consigliò di frequentare un corso di tecnica generale di mtb il primo pensiero che mi venne in mente fu “sono quasi 25 anni che pedalo sulle ruote grasse, cosa avrò da imparare?”. Dopo che nei successivi 30 minuti mi aveva umiliato sia in discesa che in salita che nei passaggi tecnici, ho capito che non era il caso di fare l’orgoglioso…
Nello scorso week-end mi sono quindi iscritto e recato nella vicina Levico Terme, dove con molta umiltà ho partecipato all’edizione tenuta dal Centro Nazionale AMI Tridentum Bike.
Per chi non avesse voglia o tempo di arrivare fino alla fine anticipo subito la conclusione: corso utilissimo e divertente, docenti preparatissimi e soprattutto simpatici e cordiali, location e trails perfetti per lo scopo didattico (i classici su e giù tecnici nel bosco di media difficoltà) ma non troppo faticosi come km e dislivello.
Il programma, suddiviso appunto in due giornate belle piene, è basato sulla molta pratica e sul provare sul campo -a costo per qualcuno di sbatterci il naso!- gli insegnamenti forniti da Massimo (direttore del Centro e ottimo docente nonché rider) e dai suoi assistenti.
Dopo le presentazioni di rito, si inizia con una rapida lezione teorica coadiuvati da qualche slide che insegna i fondamentali del nostro sport, dall’attrezzatura (le componenti principali della bici) al suo setup e tuning spesso trascurato da molti biker. Qui devo dire che mi sentivo preparato, ma non tutti sono “malati” come me che passano ore sui vari siti, riviste o shop online…
Inforcate le bici ci siamo recati in un vicino parco dove erano stato preparati una serie di esercizi con coni, cinesini, fettucce, ostacoli, ecc. il tutto da affrontare a velocità MINIMA (2, max 3kmh) ovvero quella di equilibrio (quasi surplace) senza poggiare il piede…E già qui ti senti una m… “cosa vuoi che sia andare dritto in un corridoio largo 30 cm per qualche metro…” E infatti sono rimasto dentro per 2 pedalate e poi fuori... Il bello (anche se all’inizio sembra che non serva a molto) è proprio cercare di affrontare passaggi e situazioni che abbiamo fatto N volte, PIANO, LENTAMENTE, cercando il maggior controllo possibile del mezzo e concentrandoci su aspetti che avevamo quasi sempre dato per scontato per ignoranza (lo sguardo e il movimento delle spalle in primis…fondamentali per guidare bene una mtb).
Al pomeriggio prima escursione nei dintorni del lago tra pinete, salite tecniche ripide, fermate e ripartenze in condizioni difficili (altro insegnamento che ignoravo… appoggiare la pancia sulla sella nelle uscite “da dietro” sulle discese molto ripide).
Il giorno successivo, dopo una abbondante colazione prevedendo cali di zuccheri repentini, si parte alle 9 confortati da un cielo clemente che si stava aprendo (un paio di gocce ci avevano spaventato!).
Dopo pochi minuti la “mazzata” di una salita bella tosta dove imparare la giusta posizione per i pendii sopra il 30%, alla fine della quale però siamo ripagati dal bel panorama che a destra ci offre il Lago di Levico e a sinistra quello di Caldonazzo (siamo proprio sul crinale del monte che li separa).
Attraverso i boschi di Albarè e passando per i paesi di Ischia e Tenna continuiamo con il “training by driving” cercando di inventarci situazioni tecniche schivando sassi, scavalcando radici o facendo slalom tra gli alberi. Bellissimo il “Sentiero degli Gnomi” pieno di felci e con una luce favolosa che filtra dagli alti alberi (peccato non aver tempo per fotografare con calma); finalmente troviamo una discesa molto flow e divertente e classificata da altri corsisti come difficile, mentre io, grazie anche alla bici full, ero dispiaciuto di non aver potuto “aprire il gas” come volevo, visto che era da condurre in sicurezza, concetto su cui è basato tutto il corso.
Successivamente ci siamo recati verso il Castello di Pergine dove all’ombra delle alte mura abbiamo provato altri esercizi come il superamento ostacoli (tramite un “bunnyhop dei poveri”) e dove ci siamo rifocillati con il lunch pack preparato dall’hotel dove il corso ha la base.
Sulle pendici del colle su cui si erge il castello, l’esercizio che mi ha dato più soddisfazione personale: un sentiero con punte del 35/40% con 3 strettissimi tornanti (ma ancora fattibili e senza usare la tecnica del nosepress) da affrontare prima in salita e poi in discesa. Quest’ultima non mi preoccupava più di tanto (ma senza gli insegnamenti del giorno prima sullo sguardo OLTRE la curva e il movimento contemporaneo di spalle forse mi sarei impiantato come gli altri), mentre il completare anche la salita (se non erro unico tra i corsisti) mi ha convinto che la nuova bici è stata un ottimo acquisto (solitamente le bici AM/Enduro con escursione sopra i 160 tendono a essere poco pedalabili in salite ripide e tendono a impennarsi, mentre con la giusta tecnica restava giù e arrampicava come una capra sotto gli occhi sorpresi di proprietari di illustri hardtail –o front che di si voglia- sia 26” che 29”).
A questo punto la fatica e l’acido lattico cominciava a farsi sentire (qui la traccia del giro) e siamo quindi rientrati alla base non prima di esserci immortalati sulla spiaggia del lago tra gli sguardi incuriositi dei bagnanti (3 freschi accompagnatori + 6 esausti bikers con il nome stampato sulla bici non passano inosservati!).
Due parole sull’hotel che la Tridentum Bike ha scelto per la logistica delle sue attività in loco: l’Hotel Sport non si può certo definire un wellness/spa a 5* dell’ultima generazione, ma offre quello che un 3 stelle dovrebbe offrire: pulizia, camere e bagno funzionali, colazione e pranzo abbondanti e di buona qualità, prezzo ragionevole, cortesia e simpatia del personale e dei gestori (grazie quindi ai fratelli Corrado e soprattutto a Walter, che grazie anche ad una comune amicizia, si è dimostrato veramente amichevole e prodigo di attenzioni).
Se siete arrivati fino a qui… o siete della Tridentum Bike o siete uno dei corsisti! Scherzi a parte spero abbiate compreso che l’esperienza è stata più che positiva e assolutamente da consigliare. Un grazie allo staff (Massimo il diretur, Gianfranco che definire talentuoso è riduttivo, il bolzanino Marco e il downhiller Matteo). Alla prossima ragazzi.