E-bike: ho visto il mio futuro!

Premessa: chi pensa che le bici elettriche siano strumento del Demonio e che chi le usa debba essere messo al rogo come eretico, può anche interrompere qui la lettura (@Corcav, sto pensando a te! Sorriso ).  Per chi invece, come il sottoscritto, intende lo sport non solo fatica e sudore, ma soprattutto divertimento e aspetto ludico, allora l’avvento di “mountain e-bike”  è un aspetto curioso e intrigante.

sanvit2014Oggi il negozio dove di solito mi rifornisco (Sanvit Bike, Appiano) inaugurava il suo nuovo reparto dedicato esclusivamente alle e-bike, dalle city-bike con parafanghi e cestino, alle trailbike hard-tail per scampagnate off-road, fino alla categoria che più mi interessava, quelle da All Mountain/Enduro.

Nella cornice della festa che ogni anno Sanvit organizza per inaugurare la stagione ciclistica (birra, weisswurst & frankurter, brezel e pizza gratis dalle 10 alle 17!!), si svolge un test-bike delle 3 marche rappresentate (Cube, Scott e Pinarello) e le prime due di queste portavano ovviamente in prova i loro nuovi modelli elettrici.

Da possessore di una Cube Stereo tradizionale, è ovvio che quello che mi interessava era provare una bici più simile possibile come geometrie e tipologia d’uso alla mia, e fortuna ha voluto che ci fossero a disposizione le due Cube Stereo Hybrid 27.5” da 140mm di escursione. Purtroppo la versione top SL era disponibile solo in taglia L, e così la scelta è caduta sulla versione intermedia PRO in taglia M (io di solito uso la taglia S, ma con mio grande stupore questa taglia M non la sentivo per niente grande e anzi mi ci sono trovato “immerso dentro” molto comodamente).

BOS_Web_perf_group_982x400px_w734Due parole generali su questa tipologia di bici a prescindere dalla marca. Ormai praticamente tutte adottano il motore Bosch della linea Performance (per chi vuole approfondire qui un bell’articolo e qui il pdf Bosch in italiano), motore di circa 4Kg posto sul movimento centrale e al quale è applicata una corona molto piccola da 16 denti (internamente il rapporto viene moltiplicato per 2,5). Una serie di 3 sensori analizzano 1000 volte al secondo (1 Khz) la cadenza della pedalata, la velocità e il cambio che abbiamo impostato (un normalissimo Shimano o SRAM a 10 pignoni, nel mio caso un XT ). Perché la cadenza? Perché se non pedali il motore NON funziona!! Scordatevi quindi le e-bike con acceleratore sulla manopola e buttate via il concetto “ma allora sono come delle moto!”. No… la “fatica” si deve fare lo stesso e per dare “gas” basta iniziare a pedalare (il massimo dell’intuitivo). Il sensore sulla velocità invece serve ahimè a fare in modo che sopra i 25kmh il motore smetta di funzionare e questo per motivi legislativi (altrimenti la bici dovrebbe essere targata e assicurata). Esiste comunque una versione di motore che arriva anche a 45kmh e si dice che anche questo da 25kmh possa essere facilmente “taroccato” per togliere questo limite (a discapito ovviamente dell’autonomia). Infine il sensore sul cambio: nella mia prova ho subito capito che pedalando più “agili”  il motore eroga più potenza; io lo avevo inteso che crescendo la cadenza lui spingesse di più, invece probabilmente è questo terzo sensore che entra in gioco. La cosa buffa è che mentre con le bici normali saliamo su un pignone più grande quando non ce la facciamo più, qui è come “scalare“ per dare più potenza e sentirsi spingersi maggiormente.

Al posto dei manettini del deragliatore che non c’è, troviamo un semplice comando per accendere il sistema e impostare con comodi e grandi tasti + e – i 5 livelli di potenza disponibili: Off (nessuna pedalata assistita), Eco (massima autonomia), Tour, Sport e Turbo con livelli sempre crescenti di potenza (e conseguente minor autonomia). Sullo stem dove di solito montiamo il nostro ciclocomputer campeggia l’unità di controllo Bosch Intuvia che ci indica appunto quale dei 5 livelli stiamo utilizzando, il livello di carica della batteria (a tacche) e una stima dei km di autonomia aggiornata in tempo reale a seconda della modalità che stiamo usando e di quanto stiamo “spremendo” il nostro motore.

La batteria al litio da 400 Wh (11Ah/36V)  è posta sul tubo obliquo, pesa circa 2,6kg ed ha un tempo di ricarica di 3,5 ore (ma in un’ora si raggiunge già il 50%). Ne esiste una versione da 300Wh (2Kg, 2,5h per la ricarica) ma a mio avviso la strada è quella di aumentare la potenza (es. sarebbe ottima una 600Wh). L’autonomia, oggi, è infatti uno dei problemi maggiori di queste bici. Se pensate di farvi 4000 metri di dislivello con rampe al 30% tutto in modalità Turbo, scordatevelo. Mantenendo le modalità Eco e Tour per la maggior parte del tempo e usando ogni tanto la Turbo veramente quando serve, a mio parere si riescono a fare giri di 2 o 3 ore, cosa per la maggior parte degli utilizzatori potrebbe essere sufficiente. L’importante è non farsi trovare a secco di batteria con magari un Passo ancora da scalare prima di tornare a casa…spingere in salita un mostro da 20 e passa Kg. (con un rapporto neanche troppo agile se pensiamo che davanti è come se avessimo un 36) non è uno scherzo.

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Ma veniamo alle mie impressioni d’uso. In un Test-Bike si sa ci si deve accontentare, la misura abbiamo detto non era la mia, il sag dell’ammo posteriore era eccessivo, il collarino sella tendeva ad aprirsi (a proposito: se sei abituato al Reverb, tornare al tubo sella fisso tradizionale è impossibile!!). Nonostante questo inforco con euforia la bici e parto per un giretto nei boschi di Monticolo con l’obiettivo di fare salite e discese che conosco perfettamente, proprio per avere un metro di paragone infallibile.

Appena si inizia a pedalare, la sensazione è quella di qualcuno che ti spinga sulla schiena con una mano invisibile. La pedalata è sempre rotonda, sostenuta, mai leggerissima (semmai basta cambiare su un rapporto più duro) e soprattutto mai faticosa. La prima parte su asfalto di ciclabile passa via in un attimo e subito affronto una rampa bella tosta (sempre su asfalto) dove di solito si sputa l’anima. Qui è subito “amore”! Si sale a 15/20kmh senza colpo ferire, e il pensiero maggiore è che non suderò molto e forse sono vestito leggero! Entro nel bosco e inizio una salita su forestale non molto ripida ma costante. Tengo la modalità Eco perché non so quanto i tester prima di me abbiano spremuto la batteria (che comunque indica più del 50% di carica e una 30ina di km di autonomia). Anche in questa modalità dove l’ausilio del motore è al minimo si viaggia che è un piacere. Arrivo alla prima discesa molto tecnica, un tratto con molte radici e sassi molto grossi che fino a 2 anni fa con una bici da 120mm ero sempre titubante a fare. Metto in Descend l’ammo e la forka Fox e mi butto con prudenza pensando che ho sotto le gambe un “mostro da 20kg goffo e pesante”… Illuso!! Il peso (4+2 kg di motore e batteria) posto così in basso non infastidisce per niente, e anzi in discese meno tecniche e più scorrevoli è addirittura un vantaggio portando a essere la bici più stabile e meglio indirizzabile (forse anche per i 4cm di chainstay più lungo della mia). Primo esame superato non alla grande, ma di più.

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In salite o in discese “toste” (le foto appiattiscono) la Stereo Hybrid 27,5” non fa una piega


Riprendo a salire questa volta evitando le forestali ma cercando single-trails più ripidi e tecnici in mezzo al bosco. Qui la modalità Eco e Tour non bastano più, la modalità Sport forse sarebbe quella giusta ma sembra non funzionare (bug firmware? in quella modalità il motore non eroga mai nulla), passo allora alla “Turbo” che ha due effetti: il primo è di farti salire ovunque, il secondo è quello di stamparti un sorriso da imbecille a 32 denti permanente Sorriso Se la pendenza non è eccessiva si sale quasi “vergognandosi” da quanto è facile raggiungere i 20/25kmh quando di solito arranchi a 6 o 7! Il bello arriva quando decidi di provare rampe che sono veramente al limite del possibile in salita (quelle che in discesa faresti col sedere quasi sul copertone per paura di capottarti). Ebbene, col Turbo e pedalando normalmente ce la fai senza problemi. La geometria di questa Stereo poi ancora una volta è da lodare: pur con 140mm di escursione e 67,5° di angolo forcella non dà mai nessun segno di alzare la ruota davanti anche su inclinazioni mostruose, basta stare un pelo avanti di busto spingere quel che basta e sembra che un verricello ti tiri su! Fantastico!

Proseguo il mio giro nel bosco provando tutte le situazioni possibili per metterla in difficoltà. Niente, impossibile! Unico “difetto” (non ascrivibile al fattore elettrico) il movimento centrale un po’ basso che mi fa toccare un paio di volte i pedali su qualche sasso. Per il resto trail veloci o con tornantini, tecnici, perfino salti vengono affrontati tali e quali alla bici normale. Nel filmato qui sotto si vede un signore (volutamente scelto sovrappeso immagino) salire agevolmente una salita e un altro rider scendere tranquillamente e “droppare” come se niente fosse. Non è marketing, è la realtà. Sgommare in salita in curva (ovviamente in Turbo) non è un effetto speciale, ma ti può veramente succedere.

Se vogliamo, il limite è proprio quello del “limitatore” che a 25kmh stacca il motore. Una volta che il giocattolo ti prende vorresti sempre di più e i 25kmh si raggiungono sui trail piani o in leggera salita quasi subito e se vuoi continuare sopra quel ritmo devi metterci solo del tuo (i rilanci non sono comunque così drammatici, insomma i 20 kg non si sentono quasi mai). Eticamente però forse è giusto così. Se rendessero libero il motore da 45kmh il bosco e i sentieri si trasformerebbero in piste da motocross con buona pace degli escursionisti che già mugugnano quando ti avvicini a loro da dietro a 2 all’ora.

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Perfino qualche drop; solo il Fox settato male è andato a pacco Ambiente e E-Bike vanno d’accordo


Ad onor del vero durante la prova c’è stato anche un piccolo intoppo: durante una delle salite più dure, l’indicatore di autonomia che poco prima segnava intorno 31km è andato a zero (anzi  --  ) e il motore ha smesso di funzionare (le tacche della batteria indicavano comunque 3 su 5). Da buon informatico cosa faccio?? Spengo e riaccendo Sorriso ed infatti l’autonomia si rimette al valore giusto e le prime pedalate sono assistite, ma poco dopo, stesso malfunzionamento e sul display appare un bel “Error 503” (anzi Fehler 503!). Sorrido pensando già a questo post e a cosa avrei scritto di negativo e sprezzante sulla mia esperienza;  giro la bici per ributtarmi (fortunatamente in discesa) sulla via del ritorno; dopo qualche km, per curiosità provo a riaccendere e tutto funziona di nuovo a meraviglia e così sarà fino alla fine del giro. Peccato di gioventù ? Certamente… L’amaro in bocca però resta. Già sul lavoro sono costretto a combattere con bug di software e firmware (anche di nostri prodotti, scagli la prima pietra chi…), il tempo libero non è esente da incazzature per malfunzionamenti di smartphone, tablet, qualche elemento della catena dell’home-theatre (la PS3 che prende il film via DNLA dal NAS lo manda all’ampli che ne fa l’upsampling e lo manda alla TV… quando tutto funziona è un miracolo!), se anche nei boschi in quelle poche ore alla settimana sono a rischio di blue-screen, allora siamo alla frutta!

A parte questo non posso che dare un voto altissimo alla mia prima E-bike provata. Come dicevo all’inizio non sono il talebano che pensa che le vette debbano essere conquistate solo con i propri mezzi (non andrei a sciare con gli impianti se fosse così); il pericolo è forse di una troppa diffusione del mezzo e di un conseguente “intasamento” dei sentieri con probabili divieti che poi influenzerebbero anche le bici normali. E l’altro pericolo è dato dal fatto che chiunque riesca a salire (anche il “panzone” sessantenne) si senta poi autorizzato a farsi la discesa “a ciodo” come niente fosse: occhio perché l’abilità che bisogna possedere è la stessa medesima delle bici normali, se non si conoscono le tecniche enduro/DH ci si “e-schianta” tali e quali alle bici normali (ma ripensandoci non è un pericolo, si chiama “selezione naturale”).

Chiudo questo lunghissimo post con un ringraziamento e apprezzamento per i due titolari di Sanvit. Investire in un importante ampliamento immobiliare (hanno rialzato di un piano metà della struttura) per creare l’e-bike-shop in questi tempi di crisi è estremamente coraggioso e da “veri imprenditori”.  Lo stesso evento odierno (sapete cosa vuol dire offrire per un’intera giornata birra gratis alla popolazione sudtirolese?? Sorriso ) non sarà costato poco, ma è proprio in questi momenti che si vede “chi ha le palle” e sono certo che tutti i loro sforzi saranno ampiamente ripagati.

Il titolo dice che la e-bike sarà il mio futuro; quanto prossimo o remoto dipenderà dalla mia salute. Se la condizione fisica, ginocchio, schiena e trapezio terranno, mi auguro sia più in là possibile, ma la buona notizia è che adesso so che anche in caso di “rottame umano”, potrò continuare questo fantastico hobby che è una delle mie passioni più grandi. Buone pedalate a tutti, assistite o no…!

UPDATE: l'anno successivo ho provato un'altra bici...