Puntuale come le tasse (ma molto più apprezzato) arriva anche quest’anno la kermesse di due giorni organizzata dal noto rivenditore di Appiano che catalizza l’interesse di centinaia di appassionati delle due ruote. Spesso mi chiedo se l’enorme massa di gente che arriva è attirata solo da birra, würstel e mortadella offerti con grande generosità ad-libitum per l’intera durata dell’evento, ma poi se si guarda bene, la maggioranza delle persone (non in questa foto) sono vestite in abiti “ciclistici” e quindi o sono interessati (come me) ai bike-test o comunque raggiungono il negozio in bici e magari ne approfittano per comprare un accessorio, per farsi dare un’occhiata al quel rumorino fastidioso o semplicemente per stare in compagnia di persone con lo stesso hobby.
Le novità 2025
Ma veniamo alle bici che ho provato, o meglio, ai componenti e novità che le equipaggiavano e che mi rendevano molto curioso.
Bosch CX 5
La nuova versione del noto motore che anche io posseggo mi ha stupito e meravigliato soprattutto per la sua silenziosità, sia in salita ma soprattutto in discesa. Erano circa otto anni che in una discesa scassata non sentivo solo il rumore delle gomme e seppure non ne abbia fatta una malattia in passato per questa “pecca”, il feeling adesso è molto più appagante.
Ho avvertito invece un evidente calo di potenza rispetto al CX 4 soprattutto nelle modalità tour e e-mtb; non ho potuto verificare con l’app se fossero stati abbassati i valori (NB l’app di Bosch Flow è scandalosa per il fatto che non puoi abbinare più di una bici e devi scollegare la propria per attaccarti ad un’altra UPDATE: uscito dopo pochi giorni da questo articolo un aggiornamento che lo consente) ma dubito che 4 bici su 4 che ho provato abbiano avuto i valori diminuiti. Pensiero maligno: non è che lo hanno abbassato per poi, quando usciranno con il nuovo firmware che si dice lo porterà a 95Nm (o addirittura a 105Nm), la gente percepisca un improvement molto grosso?
Per quanto riguarda i Display ora ce n’è veramente per tutti i gusti. Il Purion 400 che equipaggia le Cube è molto carino e poco invasivo, mentre l’Intuvia 100 montato su una Scott è un inutile televisore che tra l’altro di serie forniva dati assolutamente inutili (autonomia, km totali) mentre mancavano quelli che servono (cadenza, ecc.). Entrambi sono molto scomodi da “navigare” visto che hanno solo un “page forward” dato da un minuscolo tastino sul controller di sinistra e se si vuole un dato sulla pagina precedente bisogna fare tutto un giro. È assolutamente ora che Bosch esca con il nuovo display (touch? Oled?) sul tubo orizzontale per cui tutti i costruttori sono già pronti avendo il foro nel telaio celato da un orribile pezzo di plastica.
Infine un pensiero sulla batteria da 800Wh che come molti sanno ha un form-factor accorciato ma più “ciccione”, cosa che a costretto i costruttori a disegnare telai molto più tozzi e sgraziati rispetto ai precedenti. La cosa si nota? Si ma imho non così tanto, soprattutto con vernici nere o scure l’effetto “serbatoio del Ciao” un po’ c’è ma non è così fastidioso. Il motivo di tale scelta da parte della casa tedesca dicono sia stato per alleggerire un po’ l’anteriore visto che la batteria adesso non arriva fino in cima vicino allo stem. Lo si nota nell’handling? Assolutamente NO! Sensazione di pesantezza dell’anteriore perfettamente uguali alla mia bici dotata di più pesante e allungata batteria da 750Wh. Volete una piuma sotto le mani pronti a “bunny-hoppare” qualsiasi ostacolo? Vi dovete rivolgere alle light, con motore SX e batteria da 400, non c’è storia (qui una mia prova l’anno scorso di una di queste).
Formato Mullet
Era l’aspetto da testare che più attendevo, dato che moltissime bici 2025 lo adottano e che molti “influencer” di varie testate online (che prima lo denigravano) oggi ne parlano tutti benissimo.
Il mio (pre)giudizio di partenza era: per il mio stile di guida e i trail che faccio i vantaggi della 29” posteriore in salita per quanto riguarda trazione e grip sono superiori ai vantaggi della 27.5 in discesa per quanto riguarda giocosità e agilità.
Nel breve giro con l’unica Mullet che ho provato ho trovato conferma nell’affermazione precedente ma diciamo che il divario tra vantaggi e svantaggi è molto risicato.
Ovvero: ho fatto più fatica a salire rampe, ostacoli, salite al 35% che con la mia full 29” affronto frequentemente, però non ho mai dovuto mettere giù il piede… più impegno ma ce l’ho fatta. D’altra parte in un sentiero in cui la parte alta è tecnica e con curve secche e che poi finisce con un serpentone flow, ho sentito la bici bella vivace senza venire troppo meno la stabilità della full 29”.
Rimane la briga di avere misure diverse se ad esempio voglio scambiare i copertoni (es. un anteriore ancora buono che voglio “finire” montandolo dietro) mentre penso che una camera da 29” si possa adattare alla 27.5 in caso di emergenza. Grosso vantaggio della mullet invece il fatto che è praticamente impossibile anche per nani come me arrivare a toccare col sedere il copertone in caso di ripidoni impossibili o di arretramenti eccessivi dovuti a paura o errori tecnici.
Morale: è veramente un plus ed il meglio possibile questo formato o l’ennesimo tentativo delle case di continuare a farci cambiare idea e di conseguenza bici? Con un test solo di un’ora e una bici non settata come la volevo io, non ho trovato una risposta.
Gruppo SRAM GX Wireless
Ecco, questa era una cosa che NON dovevo provare. Dannazione, se funziona bene!! Ho sempre sostenuto che la cambiata dei gruppi Shimano wired sia così precisa e affidabile che la complicazione di una batteria e soprattutto l’altissimo costo del cambio componenti dovuto a usura (catena, cassetta, corona, quasi 3X un gruppo normale shimano) non valesse la pena.
Mi devo ricredere! Su precisione e velocità non si discute; scalare due o 3 merce in sequenza, sentendo l’accelerazione dovuto al rapporto più duro e al rumore del motore che cambia , fa venire in mente un cambio automatico a doppia frizione di quelli seri (non un DSG di VW) che Pam, Pam, Pam ti dà i colpi nella schiena.
Ma è soprattutto la feature di poter cambiare sotto sforzo che fa la differenza. Mi sono messo volutamente in situazioni dove attaccavo la rampa con un cambio troppo duro e come il primo “novellino” della Mtb salivo di marcia spingendo contemporaneamente duro sui pedali. La mente era già pronta a sentire un rumoraccio assurdo o a temere di strappare la catena, mentre qui neanche una piega, catena che sale sul pignone e via che si arrampica.
Game changer. Inutile dire che la mia prossima bici dirà addio al gruppo nipponico e avrò una batteria in più da stare attento che non si scarichi.
Le E-MTB provate
Ma veniamo ora a una breve disanima delle bici provate
Disclaimer: un giretto di un’ora su una bici test, con coperture quasi sempre troppo gonfie e con camera d’aria, con sospensioni tarate alla meno peggio, con manubri enormi da 800mm non tagliati, non possono dare ovviamente un giudizio effettivo completo. Qualcosa però lo si capisce
Trek Rail+ 9.8 GX AXS T-Type Gen 5
È sicuramente la bici che attendevo con più ardore visto che è/era una delle papabili sostitute della mia attuale e-mtb (una Trek 9.8 XT Gen 3, quindi la sua “nonna” se ragioniamo con le generazioni).
Essendo una bici Mullet e montando una Gruppo GXS AXS wireless avrete già capito che due sue peculiarità mi sono piaciute. Non altrettanto posso dire della forcella Fox Performance Elite Float 38 con cartuccia Grip X, veramente gnucca e di un livello notevolmente inferiore alla mia Zeb Ultimate. L’ammo Fox Performance Elite Float X si difende invece meglio ed è paragonabile al mio RockShox Super Deluxe, mentre i freni Code R.. beh pensavo peggio, ma di sicuro sarebbero la prima cosa che cambierei.
Insomma se dovessi decidere di riprendere questa bici dovrei proprio affidarmi (di nuovo) al concetto di Project One ovvero farmi una 9.8 Frankestein con gruppo GX e sospensioni Rock Shox (cosa che essendo tutto in casa SRAM non capisco perché non venga proposta) e con freni… nessuno tra quelli proposti! (i nuovi TRP EVO PRO sembrano promettenti, oppure i solito Hope Tech 4 v4 o i mai tanto rimpianti Saint)
Scott Patron ST 910
Una bici “strana” a leggerne le caratteristiche: 170mm di forca anteriore ci fanno subito pensare ad un’enduro, poi leggi 150 di escursione al posteriore e ti chiedi ma allora è una trail bike?
Nel troppo breve test che ho condotto non l’ho capito. Sicuramente non è un mostro di agilità e come tutte le ultime Scott che ho provato negli ultimi anni la sensazione che siano molto più pesanti del loro reale peso è evidente. Dei “pachidermi” che però lasciati andare su trail veloci e magari con qualche drop mangiano via tutto e non ti devi preoccupare molto di avere una guida attiva, la metti lì e lì rimane!
Mi resta il dubbio del delta di 20mm tra l’escursione anteriore e posteriore (dubbio che è da 4 anni che ho se applicarlo sulla mia portando la mia forca da 160 a 170). O il meccanico ha sbagliato a settarmi l’altezza sella quando gli ho dato le mie quote sella-mov-centrale, sta di fatto che mi sono sentito molto “seduto” e con l’anteriore troppo alto. Ovvio che con gli spessori sotto lo stem qualcosa risolvi, ma la sensazione è stata strana.
Dal punto di vista estetico le nuove Patron fanno qualche miglioramento rispetto alla prima versione con quell’osceno pezzo di plastica sopra il motore; continuo però a non capire la filosofia del dover nascondere l’ammo e poi fare un foro per farci stare il piggy-back (con la complicazione del misura-sag, ecc.). Serie sterzo da “Nino” ma i cavi passanti da lì non incontrano il mio favore (come penso dei meccanici quando devono fare manutenzione).
Scott Patron 920
Sorellina con pari escursione di 150mm davanti e dietro. Alla prima discesa la prima imprecazione… con 3 comandi tra reggisella e due di twin-lock sbagliarsi è un attimo e invece di abbassare la sella ti ritrovi con una hard-tail :-)
Sostengo da molti anni che il blocco sospensioni sulle ebike abbia poco senso (infatti la ST di cui sopra non lo ha) e penso che Scott lo metta ancora per quegli irriducibili cross-countristi che magari provengono da un modello muscolare che lo ha e si sentono a casa loro ad averlo anche sulle versioni motorizzate.
Per il resto la prova mi ha convinto che su Scott non potrei mai prendere la taglia M visto che la S è proprio giusta per me. Certo 6000€ per un gruppo Deore e una forcella Psylo fanno storcere un po’ il naso…
Cube Stereo hybrid One44 HPC SLC 800
Cube, come di consueto ormai da qualche anno, non era presente all’evento ma per fortuna Sanvit ha messo a disposizione le molte Cube One44 che solitamente usa come parco bici da noleggio.
Ero (e resto) molto scettico sulla scelta che ha fatto Cube sulla gamma 2025 equipaggiata con Bosch CX5, ovvero una 140/150 (questa in prova) e la One77 da 170/170 lasciando un buco nel segmento che più amo e che ritengo quello più “centrato” come compromesso agilità e prestazioni gravity (ovvero le 150/160; è vero che è ancora in commercio la One55 ma con vecchio motore e prezzo più alto per via del carbonio C68 più pregiato).
La domanda appena ho iniziato il test è stata: i 140mm sono ancora per me “troppo pochi” come mi erano parsi quella della mia prima ebike? La risposta è stata affermativa…l’impressione è di avere una bici sempre “trattenuta”, che “vorrebbe [ammortizzare] ma non posso”, che sul primo drop anche piccolo arriva con l’oring “in gola” e che nonostante tutto resta pesante (questa 24.4 senza pedali) e non così maneggevole come dovrebbe essere una trail-bike.
Sarei molto curioso di provare una One77 per la domanda opposta: i 170mm sono per me “troppi” e ne risente la guida su trail tecnici e lenti? Magari col mullet, come visto sopra, si recupera un po’ in agilità e ovviamente nello scassato deve essere un carroarmato! Prima o poi ne troverò una provarla!
Restano sicuramente tra le bici con il miglior rapporto prezzo prestazioni. Le versioni SLX (range dei 5k€) vanno già benissimo a chi non ha grosse pretese e magari ha iniziato da poco, le TM (range 6k€) sono il perfetto rapporto price/performance e chi vuole il top può optare per le AT-Action Team (range 7k€) che offrono quello che altre case fanno pagare con cifre a 4 zeri.
Conclusione
Inizio con ringraziare nuovamente Arthur e Lorenz (padre e figlio titolari del negozio Sanvit) per la sempre ottima organizzazione.
Il test mi ha tolto qualche dubbio sulla mia decisione di non aver cambiato bici quest’anno e di affrontare il quarto anno con la stessa? Direi di no… Ho investito a inizio anno su una considerevole cifra in termini di service sospensioni (Charger 3.1 sulal Zeb, cambio del body ammo che perdeva) e di rinnovo trasmissione (dopo 10k km ci voleva) e la fida Trek 9.8 mi sta dando ancora tantissime soddisfazioni.
Il Bosch 5 è sicuramente un ottimo motore e se il prossimo upgrade firmware di potenziamento verrà fatto solo su questa versione (commercialmente scelta ahimè sensata), è ovvio che avere una bici con l’ultimo motore avrebbe sempre senso. Idem per le nuove trasmissioni wireless di casa SRAM.
Il fatto è che non vedo un qualcosa di sostanzialmente innovativo; le bici provate pesano uguali se non di più (fatto difficilmente spiegabile), l’handling finale quindi si assomiglierebbe molto tra vecchia e nuova bici, i componenti a parità di prezzo spesso sono di una categoria inferiore e quindi mi chiedo se i (molti) soldi da investire siano sensati.
Certo, se parliamo di qualcosa di “disruptive” come 4 kg in meno, stessa autonomia, potenza molto maggiore, display oled touch, app funzionali, upgrade firmware guidati dai feedback degli utenti usciti con velocità imbarazzanti rispetto ai competitors… allora la cosa cambia.
Vedremo in autunno se le case rappresentate dal negozio a cui do da 30 anni la mia fiducia tireranno fuori dal cilindro qualcosa di nuovo oppure se dovrò pensare a “un tradimento dagli occhi a mandorla” :-)